I TRATTAMENTI
– Laserterapia alta potenza
– Crioterapia – Ipertermia
– Onde d’urto
– Enf
– Criocompressione
– Elettroterapia
– Ultrasuoni
– Pressoterapia
– Magnetoterapia
TECARTERAPIA
La parola tecarterapia è un termine commerciale che risulta essere in realtà l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo, un termine coniato alla fine degli anni 90 da una grande azienda che fu la prima a utilizzare nel campo della fisioterapia un principio fisico dei primi del 900 chiamato Condensatore .In fisica per definizione il condensatore è un componente elettrico che immagazzina l’energia in un campo elettrostatico.
In fisioterapia dove viene applicata questa teoria, si inserisce nel circuito, il corpo umano sfruttando lo stesso principio ottenendo una resistenza offerta proprio dal tessuto biologico, che è composto di vari elementi ognuno con proprie caratteristiche fisiche ed elettriche (acqua, ossa, grasso, muscoli, vasi..ecc ecc).
Modalità di funzionamento : Tecarterapia Capacitiva e Resistiva
Il fisioterapista che esegue una tecarterapia deve conoscere il tessuto che decide di trattare in maniera perfetta, in quanto proprio l’anatomia del tratto del corpo oggetto del trattamento offrirà un risultato differente. A questo va compresa la diagnosi iniziale che influenzerà il trattamento, in quanto il fisioterapista sceglierà in base alla sua strategia, quale tessuto trattare con enfasi, e quindi ricercare una risposta biologica. Risulta chiaro che se la diagnosi iniziale è sbagliata, o la strategia non è corretta, il risultato finale sarà non soddisfacente per il paziente (per questo troviamo molti pazienti o fisioterapisti che non amano tale terapia, proprio per gli innumerevoli casi di fallimenti, che però si contrappongono agli innumerevoli casi di successi in campo sportivo o nella gestione del dolore).
Le modalità di funzionamento della tecarterapia sono le seguenti:
Tecarterapia Capacitiva: Questa modalità prevede l’utilizzo di un manipolo rivestito di un materiale isolante, che permette di usare la Tecar sui tessuti e le strutture biologiche dotate di componente liquida ( strutture molto idratate ) come muscoli, e vasi linfatici e sanguigni. In questa modalità si potrà quindi aumentare molto l’iperemia locale e dare sollievo in caso di problematiche muscolari, oppure su disfunzioni linfatiche. Dal punto di vista fisico a livello locale le cariche elettrolitiche si concentreranno in prossimità del manipolo (che è appunto isolato dal rivestimento in teflon o altro materiale) e quindi più in superficie
Tecarterapia Resistiva: Questa modalità si usa prevalentemente sui tesuti che sono dotate di una grande componente connettiva, per cui avrà maggiore enfasi su Tendini, legamenti, capsule articolari ossa e Cartilagini. Dal punto di vista fisico troveremo che le cariche elettrolitiche riusciranno a oltrepassare il tessuto e si disporranno maggiormente in profondità rispetto alla modalità capacitiva.
Effetti Terapeutici
Quando un paziente si sottopone ad una seduta terapeutica, il fisioterapista cercherà di ottenere degli effetti terapeutici per migliorare i sintomi che hanno portato il paziente nello studio.
Ogni seduta avrà come scopo l’attivazione di processi complessi che possono essere riassunti in:
– Effetti Antinfiammatori
– Effetti Antidolorifici
– Effetti Riparativi
Questi Risultati terapeutici avverranno grazie all’azione della tecar mediante:
– L’ aumento della temperatura endogena locale
– La vasodilatazione
– L’ aumento della micro-circolazione
Effetti terapeutici
Può essere applicata per trattamenti alla spalla, gomito, mano, anca, ginocchio, caviglia, e piede, oltre naturalmente nel trattamento della colonna. Diciamo che è un Elettromedicale molto diffuso,versatile e proprio queste caratteristiche rendono la tecar probabilmente il macchinario più usato.
Fondamentalmente la grande novità che ha portato l’introduzione della tecar, è stata quella di somministrare una terapia che aumentava la temperatura localmente mediante una forma di energia Endogena ( dovuta appunto dalla resistenza del tessuto ), piuttosto che una terapia che apportava calore da una energia esogena ( pensiamo ad esempio alla borsa calda )
Esistono delle controindicazioni ed effetti collaterali alla tecarterapia che vanno analizzate nel dettaglio.
Indicazioni terapeutiche della Tecar
Questa tecnologia rappresenta ad oggi probabilmente la terapia in campo Fisioterapico-ortopedico più usata. E’ una terapia che va eseguita in maniera corretta e sopratutto con una preparazione di base molto approfondita per non incorrere in errori e fallimenti terapeutici. Inoltre ricordo che la buona riuscita di un trattamento dipende anche da una qualità del macchinario: esistono in commercio apparecchi da poche migliaia di euro, fino ad apparecchi che costano decine di migliaia di euro, e quindi una differenza ci sarà!
Le patologie che beneficiano della tecarterapia sono:
– problemi muscolari (strappo muscolare, stiramento muscolare, contrattura muscolare, edemi ed ematomi)
– tendiniti e tendinosi
– epicondilite ed epitrocleite
– dolori cervicali e dolori lombari (cervicalgie, lombalgia, lombocruralgia)
– post chirurgia del ginocchio (menisco, LCA)
– post chirurgia della spalla (cuffia dei rotatori, sovraspinato, capo lungo bicipite, spalla congelata)
– artrosi e artrite
– Trattamento dei Trigger point
– distorsione alla caviglia
– coxoartrosi ed esiti di protesi anca
– pubalgia
– fascite plantare
– Tallonite
– capsulite adesiva
– cicatrici chirurgiche
CRIOTERAPIA
Indicazioni Cliniche
L’applicazione del freddo è indicata in tutti quegli stati di infiammazione acuta derivante da qualsiasi tipo di trauma: lacerazioni e contusioni dei tessuti molli; distorsioni e stiramenti muscolari, tendinei e legamentosi;
– fratture
– mialgie
– spasmo muscolare
La riduzione o l’azzeramento del dolore si verifica quasi subito ( dopo circa mezzo minuto ) e offre alla maggioranza dei pazienti una libertà dal dolore immediata e piuttosto duratura.
Principali effetti
Effetto antiflogistico: dovuto al rallentamento del metabolismo cellulare che riduce la produzione e la liberazione dei mediatori chimici della flogosi ( istamina, bradichinina, serotonina ).
Effetto antiedemigeno: è correlato all’azione antiflogistica e alla vasocostrizione, la quali limita lo stravaso ematico dei tessuti.
Effetto antalgico: inibisce le terminazioni nervose, rallenta la conduzione nervosa degli impulsi alogeni e riduce i fenomeni flogistici locali.
Effetto miorilassante: il freddo riduce il tono muscolare e la spasticità. Per ottenere tali effetti, è necessario che le sedute siano abbastanza lunghe; le applicazioni di breve durata invece, agendo sui nocicettori, provocano contrazione muscolare riflessa.
TERMOTERAPIA
Indicazioni Cliniche
Il caldo aumenta l’elasticità tessutale. L’applicazione del caldo è molto efficace sugli edemi da stasi venosa e linfatica. Il caldo è indicato per favorire e velocizzare la guarigione dei tessuti in caso di contusioni, distorsioni, strappi e stiramenti muscolari, tendinei e legamentosi. Il caldo può essere usato anche prima delle sedute di chinesiterapia, di massaggio o stretching, per aumentare l’ossigenazione del muscolo, l’elasticità cutanea e muscolare, il rilassamento.
ONDE D'URTO
Cosa sono le onde d’urto
Si parla di onde acustiche, ovvero di impulsi sonori, caratterizzati da una particolare forma d’onda ( rapido picco di pressione positiva, seguito da un’altrettanto rapida, ma minore, fase di pressione negativa ), in grado di produrre una stimolazione meccanica diretta.
L’utilizzo delle onde d’urto in medicina ( litotripsia ) nacque originariamente per applicazioni in urologia, impiegata tuttora per la frantumazione dei calcoli renali.
Da più di un decennio inoltre, l’impiego delle onde d’urto nella pratica clinica quotidiana si è ampiamente diffusa anche in ambito ortopedico – fisiatrico, seppur con azione ed effetti terapeutici completamente diversi da quelli sui calcoli renali.
Come agiscono le onde d’urto?
A differenza dei calcoli renali che si frantumano per impatto con le onde sonore, quando le onde d’urto colpiscono i tessuti come ossa e tendini creeranno una sorta di benefico “micro-idromassaggio”, in grado di promuovere una serie di reazioni biochimiche e cellulari, responsabili, in ultima analisi, dell’effetto terapeutico.
Gli studi clinici e sperimentali degli ultimi anni sono stati rivolti a capire il meccanismo sorprendente per cui da una stimolazione puramente meccanica ( onda d’urto ) si possano ottenere effetti biologici.
Cosa succede quando le Onde d’urto colpiscono il tessuto biologico?
Il trattamento mediante onde d’urto stimola il rilascio di maggiori quantita’ di sostanza p che agisce da modulatore del dolore e anche da fattore di crescita. Il rilascio di questa sostanza p procura così un potente effetto analgesico oltre a provocare una vasta vasodilatazione sanguigna, il cui effetto finale è sicuramente la formazione di nuovo tessuto osseo. Altro effetto molto positivo delle onde d’urto è sicuramente l’inibizione dell’enzima COX II che produce un effetto antinfiammatorio oltre a prevenire e ridurre i processi infiammatori già in corso. La stimolazione prodotta contribuisce al rilascio di radicali liberi, fondamentali nel meccanismo di difesa dall’insorgenza delle malattie. Il dolore provocato dal trattamento ( che ricordo non deve superare la normale soglia, non deve procurare un danno psicologico al paziente ), innesca un effetto analgesico conosciuto come teoria del gate control, creando una sovrastimolazione nervosa che inibisce il dolore provocato dalla lesione o patologia stessa. Gli effetti biologici ( antidolorifico, antinfiammatorio, antiedemigeno e di incremento della vascolarizzazione locale, riparazione tissutale ), determinano l’attivazione di catene enzimatiche, produzione di specifici mediatori e fattori di crescita, responsabili degli effetti terapeutici ottimi e duraturi.
Gli effetti dell onde d’urto sul corpo umano vanno distinti in diretti e indiretti:
-Diretti: sono gli effetti prodotti dagli impulsi sonori che tendono a rompere e sgretolare la formazione calcifica o fibrotica responsabile del dolore.
-Indiretti: Sono gli effetti sui tessuti circostanti legati al fenomeno della cavitazione che richiama sangue. Per questo motivo l’utilizzo delle onde d’urto per combattere i ritardi di consolidazione è altamente consigliato e molto importante.
Come curare con le onde d’urto le varie patologie come spina calcaneare, fascite plantare, tendinite sovraspinoso?
Domanda semplice,ma al contempo molto importante. Ogni seduta inizia da un attenta valutazione del fisioterapista che ascolta il problema del paziente e cerca di individuare l’area interessata dalla patologia. Si procede ad una palpazione del tessuto ala ricerca del punto di maggiore dolore, si fa una prima ipotesi delle strutture anatomiche circostanti. Il trattamento vero e proprio non può e non deve essere visto come semplice “bombardamento” con le onde d’urto. Tale atteggiamento va considerato dal paziente che deve essere il giudice del buon operato del fisioterapista. La seduta di onde d’urto, prevede l’uso di un gel bianco trasparente, inodore, che funge da mezzo con cui l’onda viene propagata al tessuto sottostante.
Possono essere associate a Tecarterapia
Le applicazioni variano in base alla patologia da trattare e le patologie che se ne avvalgono sono:
-Tessuti ossei
-Ritardi di consolidamento/pseudoartrosi
-Necrosi asettica testa omero/femore
-Fratture da stress
-Frattura dello scafoide
-Dolori ai piedi
-Algodistrofia
-Calcificazione spalla
-Osteocondrosi
-Patologie dei tessuti molli:
Condrocalcinosi gomito, anca, ginocchio
-Rigidità articolare spalla/gomito/anca/gin.
-Calcificazione e ossificazione
-Miositi ossificanti
-Fibromatosi di muscoli, legamenti, fasce
-Tendinopatie dei tessuti molli
-Tendinopatia calcifica di spalla
-Epicondilite laterale di gomito
-Tendinite trocanterica
-Tendinite della zampa d’oca
-Tendinite post-traumatica di ginocchio
-Tendinite del rotuleo
-Tendinite del tendine d’Achille
-Fascite plantare con sperone calcaneare
Come ogni terapia sono presenti delle controindicazioni alle onde d’urto:
-Portatori di pacemaker
-Persone che sono sottoposte a terapia anticoagulante
-Persone con gravidanza in atto, infezioni, neoplasie, coagulopatie.
fonte: https://www.mdmfisioterapia.it/terapie/onde-durto-roma/
ENF
La terapia ENF è un trattamento innovativo utilizzato in fisioterapia a scopo riabilitativo. La tecnologia utilizzata, infatti, stimola e potenzia il naturale processo di rigenerazione dei tessuti attraverso il riequilibrio bio-elettrico della membrana cellulare. Il processo si adatta in maniera immediata e flessibile alle esigenze dell’organismo: proprio per questo si parla anche di elettroterapia adattiva.
In questo articolo, dopo aver illustrato cos’è la terapia ENF e quali sono i suoi principi di funzionamento, vedremo quali sono le sue applicazioni terapeutiche.
Cos’è la Terapia ENF
L’ENF è una tecnologia riabilitativa che rigenera i tessuti e che trae origine dallo studio scientifico dei meccanismi naturali che regolano le cellule umane.
Le cellule del nostro organismo, infatti, possono essere paragonate a una specie di un condensatore:
- La cellula accumula e consuma cariche elettriche che hanno una tensione approssimativa di 70 millivolt;
- Quando un tessuto è colpito da una patologia o da una lesione, tale tensione si riduce, raggiungendo il valore di 20 millivolt;
- L’abbassamento di tensione riduce la produzione di ATP, la molecola che genera l’energia di cui il nostro corpo ha bisogno per funzionare;
- Di conseguenza, le funzioni primarie delle cellule non vengono più svolte correttamente.
La Terapia ENF si basa su una tecnologia innovativa, utilizzata da dispositivi elettromedicali che producono onde elettromagnetiche capaci di modificarsi in modo automatico quando cambia l’impendenza della pelle.
Con il termine “impendenza” si identifica una grandezza fisica che indica la maggiore o minore resistenza che una struttura oppone al passaggio della corrente elettrica. Se l’equilibrio bio-elettrico della cellula si modifica, il valore dell’impendenza varia: la tecnologia ENF rileva la variazione e le onde emesse dal dispositivo si adattano di conseguenza.
Durante il trattamento, dunque, si attua un meccanismo di feedback (retroazione), che permette una regolazione continua della forma dell’onda. Ciò causa il riequilibrio bio-elettrico della membrana delle cellule, in corrispondenza all’area in cui il trattamento viene effettuato.
Quando il corretto equilibrio viene ripristinato, si genera un meccanismo che stimola la rigenerazione dei tessuti, in base:
- Alla gravità del danno subito;
- Alle potenzialità di recupero che il soggetto in trattamento riesce a esprimere.
Gli impulsi prodotti dal dispositivo si adattano anche nella fase rigenerativa, variando a seconda della reazione dell’organismo.
È proprio questo il punto di forza principale dell’elettroterapia adattiva: la possibilità di fornire alle cellule che hanno subito un danno l’esatta quantità di energia necessaria a favorire i processi rigenerativi, adattandosi al fabbisogno energetico dell’organismo.
In questo senso, la tecnologia utilizzata è più avanzata e innovativa rispetto ad altri interventi terapeutici che, diversamente dall’ENF, prevedono una cessione costante di energia attraverso impulsi elettrici, termici o di percussione.
Applicazioni della terapia
Ma come funziona operativamente l’intervento terapeutico che sfrutta la tecnologia ENF? Lo specialista sviluppa l’intervento in due fasi distinte, ognuna caratterizzata da obiettivi, tecniche ed effetti specifici che si completano a vicenda:
- Ricerca del punto di trattamento. Come abbiamo visto in precedenza, la superficie della cute umana proietta reazioni bio-elettriche. Quando si verifica una lesione o un trauma o quando il nostro organismo è affetto da una patologia, l’impendenza si riduce. La tecnologia ENF individua senza difficoltà l’area della pelle interessata dalla variazione, consentendo di ottenere una mappatura diagnostica preliminare all’intervento terapeutico completa e precisa. Questo è particolarmente utile quando è necessaria una diagnosi differenziale, nelle situazioni particolarmente complesse e articolate.
- Trattamento di equilibrio Bio-elettrico. Una volta effettuata la diagnosi e individuata l’area o le aree da trattare, si passa alla scelta dell’intervento terapeutico più indicato. La scelta dello specialista tiene in considerazione il tipo di patologia in corso e le condizioni della componente dell’organismo che ha evidenziato la reazione energetica collegata.
In entrambe le fasi, l’elettroterapia adattiva permette di agire in maniera flessibile e precisa, grazie anche alla possibilità di scegliere un’ampia gamma di protocolli automatici, oltre alla modalità di trattamento in terapia libera, gestita in autonomia dallo specialista. Per questo, la tecnologia si presta ad applicazioni differenti e incontra diverse necessità del paziente:
- È in grado di ridurre i processi infiammatori;
- Supporta la rigenerazione dei tessuti molli, del tessuto nervoso e dei tessuti osteo-tendinei;
- Riduce le calcificazioni;
- Migliora la circolazione cardiovascolare e linfatica;
- Favorisce una migliore risposta neurologica;
- Riduce il dolore collegato a traumi, lesioni e patologie;
- Supporta efficacemente gli interventi di medicina rigenerativa, potenziandone i risultati.
Più in generale, prendendo in considerazione non gli effetti terapeutici ma le aree di applicazione, la terapia ENF può essere utilizzata efficacemente per interventi su patologie che interessano gli arti superiori, la colonna vertebrale, gli arti inferiori e alcune patologie generali.
Le specificità variano a seconda del tipo di problema da trattare: per ciascuno sono previsti protocolli terapeutici definiti ad hoc.
Dispositivi elettromedicali per terapia ENF
I dispositivi elettromedicali tradizionali funzionano attraverso l’emissione di un’onda che non modifica la sua forma e le sue caratteristiche durante l’applicazione, se non in modo limitato e grazie all’intervento di calibrazione dello specialista.
L’emissione di onde costanti, ad esempio, è propria di terapie come la terapia ad ultrasuoni, quella a radiofrequenze, i campi magnetici, la tecarterapia, le onde d’urto. Tutti questi tipi di interventi, di conseguenza, si adattano all’organismo in modo meno automatico e calibrato in tempo reale.
La terapia ENF, invece, esprime ai massimi livelli il potenziale terapeutico dato dall’adattabilità e dalla precisione diagnostica e terapeutica della tecnologia applicata.
ENF prevede la possibilità di gestire liberamente l’intervento o di scegliere protocolli automatici specifici che intervengono su necessità precise e in campi applicativi definiti. Ad esempio:
- Le applicazioni nel campo della fisioterapia consentono di scegliere tra 150 protocolli;
- Fisioterapia dello sport
- Ortopedia Post – Intervento
- Neurologia
- Odontoiatria
- Fisioestetica
- Urologia
- Ginecologia
- Pavimento Pelvico
PRESSOTERAPIA
Trova diversi impieghi:
– nel combattere gli inestetismi della cellulite;
– nel ridurre la ritenzione idrica da linfedema;
– nel ridefinire alcune parti del corpo ( solitamente le gambe );
– nell’incentivare l’eliminazione delle sostanze tossiche dal corpo;
– nel favorire lo snellimento di alcuni parti del corpo ( in questo caso, è fondamentale anche un’adeguata attività fisica ).
La pressoterapia è un trattamento medico, ma anche estetico, che migliora il funzionamento del sistema circolatorio e del sistema linfatico, in chi vi si sottopone.
Il miglior funzionamento del sistema circolatorio e del sistema linfatico coadiuva i naturali processi di eliminazione, dal corpo, delle sostanze tossiche circolanti nell’organismo.
Le tecniche di drenaggio linfatico hanno lo scopo di ridurre la ritenzione idrica e favorire il flusso della linfa all’interno dei suoi vasi, evitando così il ristagno in alcune zone del corpo ( in genere le estremità ).
La pressoterapia è un rimedio indicato per:
– Combattere gli inestetismi della cellulite.
– Ridurre la ritenzione idrica, indotta da una condizione di linfedema agli arti inferiori.
Il linfedema è il ristagno di linfa in una o più sedi del corpo umano, causa di dolore e gonfiore, il linfedema può essere congenito oppure acquisito nel corso della vita.
Tra le cause di linfedema acquisito, rientrano le operazione chirurgiche ( linfedema post-chirurgico ).
La pressoterapia è di conforto per chi soffre di linfedema, perché è in grado di alleviarne la sintomatologia dolorosa e i gonfiori.
– Ridefinire la fisionomia di alcuni parti del corpo, in particolare le gambe.
– Incentivare l’eliminazione delle sostanze tossiche dal corpo.
– Favorire lo snellimento di alcune parti del corpo, in genere le gambe. In questi frangenti, è fondamentale abbinare l’azione della pressoterapia con un adeguata attività fisica e una dieta adeguata.
– Ridurre gli edemi traumatici.
– Migliora la circolazione sanguigna e quella linfatica.
– Riduce il gonfiore e l’edema.
– Riduce gli stati infiammatori di natura non-infettiva.
– Migliora l’ossigenazione cutanea.
– Migliora il tono e l’integrità della pelle.
– Riduce con buoni risultati la cellulite e ridefinisce la forma delle gambe.
– Riduce con buoni risultati il linfedema post-operatorio.
– Allevia il dolore indotto da alcuni traumi sportivi.
– Favorisce l’eliminazione, dal corpo, delle tossine e dei prodotti di scarto.
– Riduce lo stress e favorisce il rilassamento.
MAGNETOTERAPIA
Tali impulsi elettromagnetici agiscono sulle membrane cellulari ripristinando il loro corretto potenziale che è fondamentale per assicurare l’apporto di nutrienti all’interno della cellula.
Vantaggi:
I campi magnetici riattivano la circolazione sanguigna, migliorando l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti. Nel caso delle cellule nervose, il più rapido recupero del potenziale di membrana è in grado di aumentare la soglia di percezione del dolore, inducendo di fatto un certo effetto analgesico.
A livello di organi e strutture anatomiche, questi effetti si traducono in analgesia, riduzione dell’infiammazione, stimolo al riassorbimento degli edemi.
In più i campi magnetici pulsati hanno un particolare effetto di stimolazione della migrazione degli ioni di calcio all’interno dei tessuti ossei, che sono in grado di indurre il consolidamento della massa ossea e favorire la riparazione delle fratture.
Indicazioni specifiche:
È una terapia indicata per pseudo-artrosi, osteonecrosi, artrosi, algoneurodistrofia, sindromi canalicolari (ad es. il ‘tunnel carpale’), cervicalgia, lombalgia, periartrite di spalla, epicondilite.
Nel caso di Osteoporosi favorisce la mobilizzazione degli ioni di calcio e il consolidamento dell’osso osteoporotico, concorrendo alla riduzione del dolore.
Inoltre è utilizzata in caso di edemi d’origine traumatica o infiammatoria, lesioni cutanee a difficile guarigione (ulcere post-traumatiche o flebostatiche, decubiti, ustioni).
Non devono sottoporsi a magnetoterapia:
– pazienti portatori di pace maker o altri elettrostimolatori a permanenza (le protesi acustiche devono essere rimosse prima di sottoporsi al trattamento);
– pazienti con patologie tumorali accertate;
– pazienti in stato di gravidanza;
– pazienti con morbo di Paget;
– pazienti con disturbi ematologici (piastrinopenia, anemia, linfomi) e stati emorragici di qualsiasi tipo in quanto il trattamento, inducendo vasodilatazione, potrebbe causare perdite di sangue.